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Stradario
di Livorno



 
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G

Via del Gabbiano
ha questo nome dal 1966.

Via delle Galere
il primo tratto, da piazza Grande a via della Madonna, si chiamava così già  nel 1656 perchè sboccava quasi davanti al porticciolo dei Genovesi dove ormeggiavano le galere da guerra. Il tratto da via della Madonna a via del Pantalone si chiamava via dell'Annunziata, fin da prima del 1607, e prendeva nome dalla chiesa dei Greci Uniti detta dell'Annunziata, costruita nel 1605. Si chiamò anche via del Sole (dal nome di un'osteria qui esistente da prima del 1783) e fu divisa in tre parti: via dietro i Greci, via della Frusta e via dietro il Picchetto. Nel 1845 fu collegata alla nuova piazza della Repubblica dopo aver demolito le mura medicee e nel 1872 il nome di via delle Galere fu esteso a tutta la strada attuale.

Via Galileo Galilei
già via Riseccoli, dal nome del piccolo corso d'acqua che scorreva sul tracciato della strada attuale. Il nome originale, attestato in documenti dell'alto medioevo, è rivus Sulculus, cioè "piccolo solco". Il corso d'acqua fu coperto nel 1837. Nel 1925 la strada ebbe il nome attuale. In precedenza, dal 1901 al 1925 il nome di Galileo Galilei era stato assegnato all'attuale via San Francesco. Galileo fece alcuni esperimenti a Livorno nel 1617.

Via Duccio Galimberti
ha questo nome dal 1972.

Via Luigi Galvani
ha questo nome dal 1954.

Via Don Italo Gambini
sacerdote (1918 - 1944), organizzatore del movimento cristiano sociale. La strada ebbe questo nome nel 1958, anno in cui fu realizzata.

Via Raffaello Gambogi
pittore (Livorno, 1874 - 1943). La strada ha questo nome dal 1958.

Via Giovanni Gamerra
generale (1848 - 1915) combattente in Africa. Ebbe questo nome nel 1936, in precedenza si chiamava via Parenti e poi via delle Siepi. La strada fu realizzata nel 1840.

Via Monsignor Filippo Ganucci
primo vescovo di Livorno(Firenze, 1741 - Livorno, 12 febbraio 1813). Il primo nome della strada (da prima del 1660) fu via della Fortezza Nuova, poi dal 1705 via di Pescheria nuova. Dal 1872 fece parte di via dell'Angiolo, fino al 1970 quando ebbe il nome attuale. Qui esisteva l'ospedale dei Gesuiti, dove risiedevano i vescovi di Livorno dal 1807.

Garibaldi (rione)

Piazza Anita Garibaldi
inizialmente chiamata solo piazzetta, poi piazza o piazzetta del Pallone (o del Giuoco del Pallone) da prima del 1784. Si chiamò anche piazza di Crocetta dal 1716, anno di costruzione della chiesa di San Ferdinando Re detta di Crocetta, fino al 1889 quando ebbe il nome attuale. In questa piazza vi era lo stabile (non più esistente) dove nacquero i fratelli Andrea e Jacopo Sgarallino, patrioti e garibaldini. Fino al 1889 si chiamò piazza di Crocetta per la presenza della chiesa di San Ferdinando, detta di Crocetta perché i religiosi che la amministravano portavano sull'abito una piccola croce rossa e blu.

Piazza Giuseppe Garibaldi
fin da prima del 1828 si chiamava piazza Rangoni, dal nome della famiglia che qui possedeva degli immobili. Nel 1882 ebbe il nome attuale e nel 1889 fu costruito il monumento a Garibaldi, opera di Augusto Rivalta. Garibaldi si trovò varie volte a Livorno, ospitato da Andrea Sgarallino, per attività politiche.

Via Giuseppe Garibaldi
in origine via Maestra Pisana, poi strada Regia Postale, poi Borgo Reale da prima del 1794. Sulla strada presso l'attuale piazza Garibaldi si trovava la dogana di terra con il "pettine", un cancello che si sollevava grazie ad un contrappeso. Il tratto di strada dal "pettine" alla Porta a Pisa si chiamava strada regia postale dell'Avanzata, dove "Avanzata" era il nome del corpo di guardia al "pettine".
Indicazioni antiche: Via vecchia di Porto Pisano, oggi la via che da S. Stefano va alla Torretta e Livorno (1686); Strada maestra pisana veniente a Livorno dal punto in cui termina l'antica via di Porto Pisano, sotto i Lupi, sino alla Porta a Pisa (Metà  XVIII secolo); Nuova strada da costruirsi dalla chiesa di San Pietro in grado fino al Ponte Arcione, per la macchia di Pisa (1776); Nuova strada regia da Ponte Arcione a Livorno (1780); Tronco di strada regia pisana, cioè che dalla strada regia pisana (Gigante) conduce alla Bastia (1798); Strada pisana dal ponte dei Riseccoli fino alla metà del Ponte Arcione (1803).

Via Fortunato Garzelli

Via Rosa Gattorno
beata (1831 - 1900).

Piazza Gavi
già piazza dei Cappuccini fino al 9 gennaio 1872 quando ebbe il nome attuale, in ricordo di Girolamo Gavi (1775 - 1869), vescovo di Livorno.

Via del Gazometro
prende nome dall'impianto qui costruito nel 1844.

Via Gazzarrini
si chiamava da prima del 1828 Via del Glori, poi verso il 1846 via Duclou, dal nome di una famiglia che possedeva qui un edificio, e intorno al 1870 via San Benedetto. Verso il 1896 ebbe il nome attuale in ricordo del pittore Tommaso Gazzarrini (Livorno, 1790 - 1853). Si chiamò anche via dello Spalto.

Piazza Ero Gelli
partigiano ucciso nel 1944. Da prima del 1840 si chiamava piazza della Dogana, ma dal 1923 al 1943 cambiò nome in piazza Dino Leoni, nome di uno squadrista fascista (1895 - 19 febbraio 1921) che partecipò alla spedizione di Cecina. Era accaduto che l'amministrazione di sinistra di Cecina aveva fatto togliere dal Municipio la lapide che riportava il bollettino della vittoria della prima guerra mondiale e un gruppo di fascisti (tra i quali lo stesso Leoni) aveva provveduto a rimetterla. Tolta una seconda volta, i fascisti accorsero in maggior numero da Pisa e da Livorno ricollocando la lapide al suo posto; ne seguì una sparatoria con i comunisti locali e Leoni fu ferito mortalmente. I dirigenti del partito socialista locale e lo stesso sindaco di Cecina avvocato Ambrogi furono arrestati il giorno dopo dalle autorità con l'accusa di tentato omicidio. Nel 1943 fu ripristinato il nome di piazza della Dogana e nel 1946 ebbe il nome attuale.

Via del Gelsomino
ebbe questo nome nel 1958.

Via Luigi Gemignani
militante antifascista (Livorno, 1884 - 1922). La strada ha questo nome dal 1958, anno in cui fu realizzata.

Viale Genova
ebbe questo nome il 26 febbraio 1936.

Via Georgia

Via dei Gerani
ebbe questo nome nel 1970.

Via Germania

Via Gherardi del Testa
la strada fu realizzata nel 1857 quando fu rettificato il tracciato del Fosso Reale ma non ebbe alcun nome fino al 16 maggio 1900 quando fu dedicata al commediografo Tommaso Gherardi del Testa (Terricciola, 1814 - Pistoia, 1888). Anche un teatro fu intitolato nel 1852 a Gherardi del Testa, costruito nel 1818 e inizialmente chiamato Teatro del Giardinetto, perché fu costruito al posto di un piccolo giardino. Si trovava all'angolo fra via Carraia e via Strozzi e fu demolito nel 1931.

Via Lanciotto Gherardi
partigiano caduto. La strada ha questo nome dal 1949.

Via delle Ghiandaie

Via Oscar Ghiglia
pittore macchiaiolo (Livorno, 1876 - Firenze, 1946), allievo di Giovanni Fattori. La strada ebbe questo nome nel 1957, anno in cui fu realizzata.

Via Arcangelo Ghisleri

Via Nelusco Giachini

Via Giovanni Battista Giacomelli
medico e scrittore (1814 - 1875). La strada ebbe questo nome il 1 febbraio 1930.

Via del Giaggiolo
ebbe questo nome nel 1958.

Via Vittorio Giambruni

Largo Gigante

Via Fratelli Gigli
militanti comunisti (Pietro nato nel 1886 e Pilade nato nel 1892), uccisi nel 1922. La strada ha questo nome dal 1958, anno in cui fu realizzata.

Via del Giglio
da prima del 1784 la parte vicina a via Grande si chiamava via della Fontanella, per la presenza di una fonte. Prende nome dall'osteria del Giglio, presente in questa strada nel 1739.

Via dei Ginepri
ha questo nome dal 1966.

Via della Ginestra
ebbe questo nome il 21 aprile 1954, fino ad allora fece parte di via della Giuncaiola.

Via Ginori
si chiama così dal 1843 in onore della famiglia Ginori il cui più noto rappresentante fu Carlo Maria Ginori (morto nel 1757), governatore di Livorno che nel 1740 introdusse per primo in Toscana la lavorazione della porcellana. Prima del 1843 erano stati dedicati ai Ginori gli attuali scali degli Isolotti.

Via Vincenzo Gioberti
ha questo nome dal 1962.

Via Giovanni Giolitti
ha questo nome dal 1953. Anche l'attuale via Trieste si chiamò in precedenza via Goilitti, dal 1912 al 1918.

Via Giotto

Via Giovannetti
dopo il 1846 fu dedicata ad Andrea Giovannetti, sindaco di Livorno dal 1877 al 1879. In precedenza si chiamava via dell'Arena perché qui fino al 1847 si trovava il teatro all'aperto Arena Labronica.

Via Giovanni XXIII
ha questo nome dal 1964.

Piazza Giovine Italia
il primo nome che ebbe fu piazza d'Arme di Porta ai Cappuccini, poi piazza dei Cappuccini, poi dopo il 1844 piazza del Ponte nuovo (con riferimento al ponte costruito da Pasquale Poccianti nel 1844, distrutto nel 1943 e ricostruito nel 1949) e nel 1866 piazza Alfredo Cappellini. Nel 1927 ebbe il nome attuale.

Via Giuliana
fin dal 1825 si chiamò via Giulia ed era un vicolo con accesso da Borgo Cappuccini che terminava contro il muro di cinta della proprietà del capitano Giustiera. Intorno al 1828 si chiamava via Ginesi, insieme all'attuale via dei Carrozzieri, dal nome della famiglia che possedeva i terreni sui quali fu realizzata la strada. Nel 1841 si chiamò via Niccolai Gamba e infine nel 1872 ebbe il nome attuale.

Via della Giuncaiola
prende nome dal torrente che scorre lungo la strada e che ora è coperto. La strada ha questo nome da prima del 1840 e fino al 1954 comprese anche l'attuale via della Ginestra.

Via Giuseppe Giusti
poeta (Monsummano, 1809 - Firenze, 1850). La strada ebbe il nome attuale nel 1948, in precedenza si chiamava via del Conforto fin dal 1847 e il nome si riferiva alla adiacente chiesa di Santa Maria del Soccorso.

Via del Glicine
ha questo nome dal 1966.

Via Piero Gobetti
ha questo nome dal 1953, anno in cui fu realizzata.

Via Goito
il 22 luglio 1889 fu assegnato questo nome alla parte della vecchia via dei Pensieri che era rimasta dentro la cinta muraria del 1888.

Via Carlo Goldoni
esiste da prima del 1846 e prende nome dal teatro qui presente, costruito negli anni 1843-1847 e chiamato inizialmente Teatro Leopoldo e poi dedicato nel 1859 a Carlo Goldoni.

Calata Gondar

Via delle Gore

Via della Gorgona
ebbe questo nome il 2 maggio 1911.

Via Don Renzo Gori
patriota (1919 - 1944). La strada ebbe questo nome il 21 luglio 1958, anno in cui fu realizzata.

Via Lorenzo Gori
scultore (Livorno, 1842 - 1923), autore del monumento a Francesco Domenico Guerrazzi. La strada ebbe questo nome nel 1951.

Via Pietro Gori
da prima del 1841 si chiamava via della Lepre perché attraversava la proprietà di Francesco Lepri, poi nel 1947 ebbe il nome attuale. La strada fu realizzata nel 1857 sul tracciato di un viottolo dallo stesso nome.

Via del Governatore
strada di Montenero che fu realizzata verso il 1769 insieme alla villa che apparteneva al governatore di Livorno e che dette il nome alla strada.

Via dei Gower
ha questo nome dal 12 gennaio 1935, dal nome della villa qui situata appartenente alla famiglia Gower, di origine inglese (esiste una Gower street a Londra).

Via Guido Gozzano
ebbe questo nome nel 1972.

Via Giuseppe Gozzer

Via Arturo Graf
poeta (1848 - 1913). La strada ebbe questo nome nel 1972.

Via Antonio Gramsci
ebbe questo nome nel 1947. In precedenza si chiamava via di Salviano (fin da epoca antica), poi via della Porta di San Leopoldo o via della Porta Leopolda (dal 1838) e poi via della Porta alle Colline (dal 1846, dal nome della porta che fu costruita nel 1838 allo sbocco di questa strada in piazza Damiano Chiesa, e demolita nel 1930). Per alcuni anni dopo il 1859 si chiamò via a Salviano.

Piazza Grande
fu realizzata nel 1577 con la costruzione della nuova città  medicea e in origine si estendeva dal Duomo al Municipio. In precedenza da qui passavano antiche vie (indicazione del 1535: la strada che va dalla porta della Terra fino alla fonte e quella che va da detta porta a Santa Giulia). Fin dal 1594 si chiamava piazza d'Arme, perché vi si tenevano le esercitazioni militari e comprese anche le due piccole piazze della Dogana e della Comunità  (che fino al 1946 si chiamarono piazza Anna di Francia, in onore della moglie di Amedeo d'Aosta, e piazza Maria del Belgio) e fino al 1930 comprese anche il largo Duomo. Durante l'occupazione francese, dal 1808 al 1813, si chiamò piazza Napoleone e nel 1878 piazza Vittorio Emanuele, ma fu sempre chiamata popolarmente piazza Grande. Con l'abolizione della monarchia, il 10 giugno 1946 la piazza assunse il nome attuale e fu ristretta alle dimensioni attuali con la costruzione nel 1952 del Palazzo Grande, al centro della piazza, dove in precedenza e fin dal 1892 era situato il monumento equestre a Vittorio Emanuele II, opera di Augusto Rivalta e oggi in piazza Unità  d'Italia. Presso il portico della Gran Guardia si trovavano le "fontine di piazza d'arme", quattro piccoli getti detti anche "fonti dei barili". Agli angoli centrali della piazza furono realizzati da Alessandro Pieroni quattro portici, dei quali due si chiamarono sempre portico della Gran Guardia (quello di sud-est, con riferimento al corpo di guardia stanziato nell'edificio militare qui situato; anche l'angolo stesso della piazza si chiamò Gran Guardia, fin da prima del 1600) e portico del Diacciaio (quello di sud-ovest, con riferimento al commercio del ghiaccio che si faceva sotto di essa; anche la locanda che si trovava sotto il portico e l'angolo stesso della piazza si chiamarono Diacciaio), mentre gli altri due ebbero vari nomi: uno si chiamò portico della Fonte o del Mèngoli o degli Sproni (quello di nord-est, è l'unico sopravvissuto alle distruzioni della seconda guerra mondiale e oggi si chiama portico del Pieroni; gli Sproni erano la famiglia a cui apparteneva l'immobile), l'altro portico del Cacialli o dello Strambi (quello di nord-ovest). Sotto il portico del Diacciaio si tenne da prima del 1656 la Tromba, cioè l'asta pubblica dove si vendevano anche le prede di guerra. I proventi andavano per un terzo dell'un per cento alla Comunità; i due addetti erano dipendenti comunitativi ed erano chiamati trombi o trombetti.

Via Grande
fu realizzata nel 1577 con la costruzione della nuova città medicea e fu chiamata popolarmente via Grande della Colonnella nel tratto verso mare e via Grande della Porta a Pisa nel tratto verso terra. Ufficialmente si chiamava via Ferdinanda in onore del fondatore della nuova Livorno, il granduca Ferdinando I de' Medici, dal 1594 al 1860, tranne la parentesi del Regno d'Etruria, dal 1808 al 1813, durante il quale si chiamava via Napoleone. Nel 1860 fu rinominata via Vittorio Emanuele, in onore del primo re d'Italia fino al 1946 quando tornò a chiamarsi col nome popolare di via Grande. In via Grande, all'angolo con piazza Colonnella, si trovava il palazzo Balbiani, costruito nel 1600 dal gonfaloniere e provveditore Sebastiano Balbiani, sulla cui facciata si trovavano dentro nicchie i busti dei granduchi della famiglia dei Medici, realizzati dagli scultori Fancelli. Il palazzo andò distrutto durante un bombardamento aereo nel 1944 ma i busti furono recuperati e portati a Villa Fabbricotti. Prima della realizzazione della strada passarono di qui due strade che partendo dalla Porta di Terra (nei pressi dell'attuale Camera di Commercio) andavano l'una all'antica chiesa di Santa Giulia (di fronte all'attuale via Santa Barbara) e ad una fonte nei pressi della successiva Porta a Pisa. La strada fu unita all'attuale piazza della Repubblica nel 1844 con la costruzione del Voltone e nel 1846 fu anche prolungata fino al mare.

Via Achille Grandi
sindacalista (Como, 1883 - Desio, 1946), ebbe questo nome il 2 febbraio 1957, anno in cui fu realizzata.

Via Gino Graziani

Via delle Grazie
la strada fu realizzata verso il 1847 e il nome fa riferimento alla vicina chiesa del Soccorso. Nel 1863 la strada fu estesa fino alla via delle Ville (attuale via Borsi) e nel 1864 fino a via Calzabigi.

Via Grecale

Via Grecia

Via Grotta delle Fate
il nome si riferisce ad una grotta che si trovava ad Ardenza Terra, a pochi metri dal passaggio a livello di via San Martino. Nella grotta furono ritrovati oggetti preistorici ma poi nel 1854 fu demolita in gran parte a causa dell'estrazione di pietra per la costruzione del Molo nuovo.

Via Guadalajara

Via Giovanni Guarducci
patriota (1813 - 1863), difensore di Livorno durante l'assedio del 1849 da parte degli austriaci. La strada ebbe questo nome nel 1953, anno in cui fu realizzata. Dal 1911 al 1953 era stata dedicata a Guarducci una strada ora scomparsa che collegava via Andrea De' Pazzi a via della Cinta esterna.

Via Giovanni Battista Guarini
scrittore (Ferrara, 1538 - Venezia, 1612). La strada ha questo nome dal 1970.

Via Aramis Guelfi

Piazza Guerrazzi
si chiamava in origine piazzetta di Porta a Pisa, poi piazza di Santa Barbara, piazza dello Spedale (in riferimento all'ospedale militare di Santa Barbara) e piazza del Picchetto dal 1866 fino al 1873 quando ebbe il nome attuale. Nella piazza si trovano la statua di Guerrazzi realizzata da Lorenzo Gori e collocata qui nel 1885 e il palazzo del Picchetto, costruito nel 1705 e di cui l'unica parte superstite dei bombardamenti della seconda guerra mondiale è quella aggiunta nel 1708. Qui si trovava anche la prima fonte alimentata dall'acquedotto mediceo costruito nel 1605 (indicazione dell'epoca: il condotto traversa il fosso reale, passa sotto la muraglia castellana e arriva alla casa del fontaniere che resta accanto al corpo di guardia della porta a Pisa). La Porta a Pisa fu costruita nel 1597 circa e demolita nel 1838. In questa piazza, lato via Cavalieri si trovava l'ospedale militare di Santa Barbara, costruito nel 1663.

Via Temistocle Guerrazzi
scultore (Livorno, 1806 - 1884), autore del busto alla scrittrice Angelica Palli, dei bassorilievi del monumento a Ferdinando III in piazza della Repubblica e della statua dell'Esule nella casa di riposo "Giovanni Pascoli". La strada ebbe questo nome nel 1957.

Vicolo delle Guglie
ebbe questo nome dopo il 1870, in precedenza si chiamava vicolo del Mainardi dal nome della famiglia che vi abitava. Il nome attuale si riferisce alle guglie che poste a circa 800 metri di distanza dalle mura indicavano lo spazio entro il quale non si poteva edificare e al tempo stesso la portata dei cannoni piazzati sulle mura. Il divieto di edificazione fu abrogato nel 1776. Anche la strada delle Spianate (attuali corso Mazzini e corso Amedeo) si chiamò talvolta strada delle Guglie (vecchia indicazione: strada delle Spianate o sia la strada che fa il giro di tutte le guglie).

 
 

IL QUINTOMORO
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