
Mussolini aviatore
Francesco Ceccotti
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Un
giorno di ottobre del 1921, Benito Mussolini è
ancora solo un onorevole fra tanti. Ha forti contrasti
con Francesco Ciccotti Scozzese, ex compagno del partito
socialista ed ex amico. Ciccotti è stato segretario
della Camera del Lavoro labronica nel 1902. I due hanno
continui scontri e diverbi, Mussolini definisce il Ciccotti
- già nominato "Cagoia" da D'Annunzio
- "lercio basilisco". Ci si decide per un
duello proibito.
Le trattative sono lunghissime, tutte le questure d'Italia
si mobilitano per impedire lo scontro. I due iniziano
il contrasto a Milano, poi scappano, inseguiti dalla
polizia, cercando un posto tranquillo dove potersi sfidare.
Una delle macchine inseguitrici, vicino a Piacenza,
ha un incidente e finisce contro un carro di fieno.
Il pilota della macchina di Mussolini è lo spericolato
Aldo Finzi, che ha partecipato con D'Annunzio al volo
su Vienna. Vagano per le città dell'Emilia e
della Toscana in cerca di un luogo dove convocare Ciccotti.
Finiscono ad Antignano, nella villa Perti, oggi scomparsa.
La
sfida ha luogo al pian terreno, nel salone, i
padrini di Mussolini sono il colonnello Basso
e l'onorevole Finzi. Al quattordicesimo assalto
Ciccotti entra in affanno, ha una crisi respiratoria.
Viene fatto distendere sul letto, i medici gli
praticano una iniezione di olio canforato, poi
dichiarano l'insufficienza cardiaca e impediscono
la continuazione del duello. Mussolini si arrabbia,
pensa a uno stratagemma di Ciccotti per sottrarsi
alla tenzone.
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Aldo Finzi
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Ha
una ferita a un braccio e la giovane siciliana Elvira,
parente del padrino di Ciccotti (il livornese Cesare
Guglielmo Pini) lo cura. "Ferito", dice
Mussolini guardandola intensamente, "ma curato
da una bella infermiera", e le dona la sua spada.
La polizia li sorprende.
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