Livorno e il suo porto prima puntata
di Alessandro Brunetti
a cura di Patrizia Poli



Triturrita, così veniva chiamato fin dai tempi di Roma
antica, Porto Pisano caratterizzato da tre
maestose
torri. Le catene, sono un pezzo di quelle che andavano
a chiudere l'imbocco del porto ma evidentemente non bastarono a fermare la furia genovese e dei suoi alleati.


Cala naturale e origini

Situato su una cala naturale della costa tirrenica, nelle immediate adiacenze del Porto Pisano, sorgeva un piccolo villaggio di nome "Labrone". Le origini di questo borgo sono di natura molto incerte, c'è chi lo vuole stazione navale degli Etruschi.
La presenza della cala naturale e la sua posizione geografica ponevano le premesse per una sua futura espansione e, infatti, allorché fu distrutto nel 509

Turrite, principale emporio del porto pisano, Labrone ne ereditò l'importanza e dalla metà del sesto secolo inizia la sua storia legata alle fortune del suo porto. All'epoca non esisteva che un piccolo borgo sulla cala naturale, protetto militarmente da una fortezza, detta la "Rocca Vecchia",che si ergeva a forma di una grossa torre quadrata all'estremità meridionale della cala; i collegamenti con l'entroterra erano assicurati dalla via Carrareccia e via Carraia, costruite dai Pisani.


Il Mastio di Matilde


Mastio di Matilde

Con l'avvento delle invasioni barbariche il villaggio di Labrone non segue più le sorti di Pisa. Nel 1100 è governato da Matilde di Canossa che ordina la costruzione di una torre di forma rotonda detta poi Mastio di Matilde, all'imboccatura della cala, per difenderla dalle incursioni dei Saraceni.

Quadratura dei pisani

Allorché le città italiane si ribellarono all'imperatore tedesco, Pisa divenne una florida repubblica marinara e la sua potenza fu accresciuta dal possesso del castello di Livorno donatogli da Matilde di Canossa nel 1103.
I pisani, nel 1143, per aumentare il potenziale difensivo del porto, costruirono la Quadratura dei pisani, cittadella quadrata situata sul lato nord della cala, che incorporò il Mastio di Matilde.

Torre del fanale

Nel 1284 i pisani persero la battaglia della Meloria ad opera dei genovesi che distrussero le torri pisane. Il loro porto, inoltre, cominciava ad interrarsi a causa delle sabbie del fiume Arno. Per queste ragioni, costruirono, nel 1304, ad ovest del villaggio, su una scogliera, la Torre del Fanale, altissima, imponente, costituita da due torri sovrapposte, con un diametro di circa 12 metri e alta oltre 50 metri sul livello del mare.


Fanale dei Pisani in stampa antica


Una ricostruzione degli antichi arsenali
della Repubblica Pisana


In questa antica stampa si vedono le antiche strutture
di Porto Pisano, le sue maestose Torri e le Mura che racchiudevano anche il Castello di Ligorno,
probabilmente già diventato Città di Livorno
sotto il volere dei granduchi di Firenze

Prima cinta muraria

Ultima opera monumentale della decadente repubblica pisana a favore di Livorno fu la costruzione di robustissime mura che cinsero il Castello (1392). Esse partivano dalla Quadratura dei Pisani , giungevano alla Porta a terra, da questa, a semicerchi, si congiungevano alla Rocca Vecchia, da dove partivano altri due tronconi che cingevano la cala naturale.
Le succitate mura, lunghe circa 2200 braccia (Km 1320) furono costruite con pietre quadrate di tufo e senza terrapieno, e munite negli angoli di torri simili a quelle che accompagnavano le mura pisane.

Il porticciolo dei genovesi

Decaduta la potenza pisana, nel XV° secolo il Castello passò attraverso varie dominazioni, una delle quali fu quella dei genovesi. Essi costruirono il cosiddetto porticciolo dei genovesi a forma di ampio canale, a levante della Quadratura dei pisani, terminante verso la Porta a Terra. Si allargava in una darsena che, pur servendo per barche di piccolo pescaggio, contribuì ad incrementare i traffici, al punto che poco distante fu costruita una dogana.


La Torre del Marzocco
in un dipinto

La Torre del Marzocco

Il primo luglio 1421 i fiorentini acquistarono Livorno per diecimila fiorini d'oro dai genovesi e presero i primi provvedimenti, senza però tener conto della situazione sanitaria del Castello, che era precaria, in quanto esso si trovava al margine di una zona paludosa sopra un lido sul quale si ammassavano spesso strati di alghe putrefatte.
È di questa epoca un importante piano di lavori portuali, solo parzialmente condotto a temine, che costituisce l'ultimo tentativo di rimettere in efficienza l'approdo del porto pisano. Di questo piano faceva parte la Torre del Marzocco, mirabile opera di architettura militare, forse su disegno di Lorenzo Ghiberti. Di marmo bianco, in forma ottagonale, con le pareti rivolte ai venti principali, si erge con un'altezza di 29 braccia dal pelo dell'acqua.
Sotto i ponti erano scolpite le quattro armi di Firenze e nelle facce ottagonali i nomi degli otto venti principali.

La Fortezza Vecchia

Dopo la lunga guerra fra pisani e fiorentini, che terminò nel 1509, si ebbe la restaurazione della dinastia dei Medici a Firenze nel 1512 per volere degli spagnoli.
Il cardinale Giulio dei Medici, uomo versatissimo nell'arte militare, comprese la necessità di trasformare Livorno in una vera e propria piazzaforte e a tal fine incaricò l'architetto Antonio da San Gallo.
Il progetto prevedeva la costruzione di una Fortezza, detta poi Vecchia, capace di contenere 5000 soldati, fornita di bastioni e circondata dal mare, da erigersi nel punto militarmente più debole e più pericoloso del Castello, vale a dire all'ingresso del suo porto.


La Fortezza Vecchia

Questa costruzione, armoniosa di linee, potente di difesa, è una delle più belle progettata dall'architetto che fece delle sue fortezze capolavori di architettura del rinascimento e, insieme, di arte militare.
Così nel 1518 iniziò la sua costruzione, per la quale fu necessario abbattere gli edifici fatti costruire da Lorenzo il Magnifico alla fine del 1400. La fortezza chiude nelle sue mura il Mastio di Matilde, la Quadratura dei Pisani, raccogliendo quindi in sé tutti i monumenti della più vecchia tradizione marinara e guerriera di Livorno. Fu completata nel 1530 dal duca Alessandro dei Medici, dopo un periodo d'interruzione dovuto all'allontanamento dei Medici da Firenze.

Il canale dei Navicelli

Fino a questo punto la storia del porto di Livorno è prettamente militare e il luogo è considerato una fortezza.
Il duca Cosimo I°, succeduto al duca Alessandro, aveva in mente la costruzione di un nuovo porto e di un canale navigabile.

Il canale dei Navicelli abbreviava notevolmente il tragitto fra Livorno e Pisa evitando il traffico via mare. La pericolosa e non facile entrata dei navicelli a Bocca d'Arno univa veramente Pisa, sede di case commerciali, col porto di Livorno.
Cosimo I°, per dare incremento alla città, promulgò alcuni bandi, in funzione dei quali prometteva l'incolumità a tutti coloro che erano ricercati dalla giustizia, con la condizione di trasferirsi definitivamente a Livorno.
I lavori di scavo del canale ebbero inizio nel 1541 e segnarono il principio della funzione economica di Livorno.
L'opera, infatti, non era importante dal punto di vista militare ma serviva per l'unione commerciale, non solo di Livorno con Pisa, ma anche con l'entroterra toscano, cosa problematica per quel tempo, dato che non esisteva alcuna strada veramente carrozzabile.

Il funzionamento regolare del canale si ebbe, come vedremo, sotto Ferdinando I°.
Il progetto prevedeva d'impedire alle maree di penetrare nel canale che doveva mantenersi pieno con l'acqua presa per mezzo di una cateratta dall'Arno a Porta a Mare.

FINE PRIMA PUNTATA

 
 

IL QUINTOMORO
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