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Patrizia
Poli presenta
Averardo
BORSI
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Averardo Borsi
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Averardo
Borsi (1858 - 1910), padre del più famoso
Giosuè, nato a Castagneto Maremma, era
uno dei tanti letterati che orbitavano attorno
al Carducci, indiscusso maestro dell'epoca. Chiamò
il figlio Giosuè proprio in onore dell'amico
poeta.
A Livorno si trasferì nel 1885 e, per vivere,
si adattò a fare mestieri umili come il
contabile e il tabaccaio. Fu grazie all'amicizia
con Giuseppe Bandi se cominciò a farsi
conoscere per i propri articoli e se divenne comproprietario
de "La Gazzetta livornese" e "Il
Telegrafo", che diresse con piglio moderno,
riconoscendo il valore della pubblicità
e dell'impaginazione.
Oltre che del Carducci, fu intimo amico del Pascoli
e di D'Annunzio. Sua figlia Laura, attrice della
compagnia Novelli, ebbe un bambino dal rampollo
di D'annunzio, Gabriellino, un piccolo che morì
presto, gettando nello sconforto tutta la famiglia
e, in particolare, il giovane Giosuè.
Averardo Borsi è famoso anche per i suoi
duelli con Felice Cavallotti, dovuti a continui
diverbi e per i quali fu anche arrestato.
Morì a Firenze, per un attacco di peritonite.
Riferimenti
Carlo Adorni, "Omaggio a Giosuè Borsi",
Ed Il Quadrifoglio, 2007 |
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