Enrico
Caruso (1873 - 1921), già legato alla nostra
città per il suo rapporto privilegiato con
l'opera di Mascagni
Cavalleria Rusticana, nel 1897 conobbe a Salerno il
direttore d'orchestra Vincenzo Lombardi che gli propose
di accompagnarlo nella stagione estiva a Livorno.
Caruso dimorò nella villa del soprano Ada Giachetti,
interprete con lui dell'opera, sposata con il triestino
Botti e madre di un bambino. La Boheme non era ancora
mai stata rappresentata a Livorno.
Il 14 agosto 1897 Puccini fu accolto in trionfo, con
la banda e con una profusione di torce accese il cui
fumo intenso fece anche temere per un momento un incendio.
Il Goldoni era strapieno, le signore sfoggiavano abiti
lunghi, piume, gioielli, gli uomini erano in frac.
La Giachetti fu insuperabile e per Caruso fu un successo,
ripetuto già l'anno seguente, dove nel luglio
al teatro Politeama cantò in una stessa giornata
addirittura due opere, I Pagliacci e Cavalleria Rusticana.
Trasportati dalla musica, dalla passione comune, dall'atmosfera
romantica dell'opera lirica, Ada ed Enrico s'innamorarono
perdutamente. Ada era un poco più vecchia di
Enrico, aveva un viso ovale ma pieno, occhi grandi,
sorriso enigmatico, per undici anni fu la sua compagna,
la sua allenatrice, la madre di quattro figli di cui
sopravvissero solo Rodolfo e Enrico Junior.
Ma la vita li allontanò, Ada fuggì con
Romiti, l'autista, col quale poi intentò causa
a Caruso, perdendola e finendo condannata al carcere
e a un risarcimento pecuniario.
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