Corsi, 
                    con il cuore che martellava dentro,
                    nella notte interrotta
                    e nei silenti, deserti corridoi dellospedale,
                    la speranza lentamente svaniva nellaffanno
                    di una certezza che mi strozzava in gola
                    lurlo del distacco imminente da te viva.
                    - Muore colei che mi stringeva al petto
                    con amore,
                    quietava i sonni miei,
                    e mi donava il sangue dal suo seno. -
                    La porta aperta sul volto tuo disteso,
                    gli occhi velati, la fronte senza rughe,
                    una carezza e il tenue calore rimasto sulla pelle,
                    come il tenero petto di un passerotto implume,
                    mi resero il bambino disperato
                    che piangeva svegliandosi nel buio.
                    Ora non ceri più con il tuo sguardo,
                    a placare le molte mie inquietudini
                    e gli affanni della ricerca antica
                    che mai mi ha dato requie.
                    La morte si era presa il tuo respiro,
                    senza lultimo abbraccio dei tuoi figli
                    ed io gemevo piano, con il viso
                    posato sul tuo capo reclinato.
                    Lalba mi vide accanto al freddo marmo,
                    chinato sul tuo corpo a ricordare
                    i momenti più belli della vita
                    e i giorni sfortunati.
                    Poi vennero i fratelli e le sorelle,
                    i mille pianti, i fiori
                    e il noce lucidato della bara,
                    il lento camminare sullAurelia,
                    con gli amici in attesa avanti casa
                    e i mattoni a serrare il nostro cuore
                    nella gelida morsa del dolore.
                    Ora, trascorso il tempo, sono sceso quaggiù,
                    nelloscuro snodarsi delle tombe,
                    davanti al tuo ritratto.
                    Brillano fiochi lumi e il tuo sorriso,
                    tra il biancheggiar dei fiori,
                    è una povera immagine
                    della squillante risata di mia madre,
                    quando, giovane, bella e forte,
                    un bimbo rincorreva lungo il viale
                    accanto alla Crocetta di Saglietto.
                    Eppure, Mamma, il tuo ricordo,
                    nonostante lo scorrere di giorni mai tranquilli,
                    è presente, ben vivo e mi accompagna
                    in questa vita vissuta intensamente.
                    Il tuo corpo è tornato nella terra
                    che si frantuma attorno e che rinasce
                    dalle ceneri sparse
                    di un fuoco che ha vissuto sessantanni.
                    Tu rivivi con me, con i miei giorni,
                    soffri e gioisci nei miei sentimenti,
                    ti rifletti negli occhi dei miei figli,
                    scorri con me le pagine diverse
                    degli anni che trascorrono, cadendo,
                    uno sullaltro, come foglie dautunno.
                  Febbraio 
                    1974 / febbraio 1982