STORIA, ARTE E CULTURA
LIVOR
NO MAGAZINE 23 AGOSTO 2012

In una società che globalmente sta vivendo una crisi così profonda da coinvolgere persino le dinamiche culturali e tanto ampia da non riuscire ancora a stimarne realisticamente gli effetti presenti e futuri, ci si chiede quale possa essere il ruolo dell'arte, apparentemente un' inutile categoria che sempre con più difficoltà riesce a strappare l'attenzione di politiche blindate all'autoconservazione. In un mondo sempre più distante dalle reali esigenze del vivere quotidiano, in un mondo in cui ci riconosciamo sempre meno, in un mondo sempre più insensibile ad investire in cultura poiché la sua incidenza economica si muove in percentuali insignificanti sui PIL nazionali, ci si chiede quali inutili sforzi l'arte debba compiere per giustificare la sua sopravvivenza.. Mentre tutto può sembrare incline ad un imbarbarimento di valori, anche spirituali, dove l'economia è divenuta virtualità autoreferenziale, come quella finanziaria, dove la comunicazione sembra essere stata fagocitata dai mass media, dove tutto sembra pronto a implodere da un momento all'altro, ci sono sentori di uno shock culturale in atto, una sorta di shock terapeutico di sopravvivenza. Una terapia d'urto culturale si può realizzare attraverso la creatività, coscienti di una sua inutilità solo apparente, dal momento che essa mette in moto sinergie e pensieri che, attraverso l'ironia, la provocazione, la riscoperta di emozioni sopite, permette di poter distinguere, e dunque scegliere individualmente, ciò che non ci appartiene. L'utilità di poter scegliere rende gli uomini liberi, liberi di pensare persino di poter cambiare un mondo che non piace più. Non attraverso formule utopistiche ma utilizzando la forza dell'aspetto ludico della vita quotidiana. La rottura di schemi precostituiti ha messo in evidenza le contraddizioni di una società, innescando involontariamente la ricerca di nuovi mezzi, di nuove strade espressive e comunicative. La creatività attraverso forme d'arte ha sempre stimolato il progresso dell'umanità. Fin dal Paleolitico, quando l'uomo riusciva a malapena a soddisfare i propri bisogni primari, ha avuto bisogno di segnare e arricchire la propria vita di forme artistiche. Già questo dovrebbe far comprendere la forza e l'importanza di un valore che, seppur inutili, permette di creare le dinamiche utili a migliorare la qualità dei luoghi e il senso della vita quotidiana delle persone. Chi rimane insensibile al crollo di Pompei, chi è pronto a scaricare le proprie responsabilità per il dissesto culturale del nostro mondo, non può non accorgersi che l'arte può essere uno dei mezzi culturali per rivoluzionare un pensiero, una filosofia di vita.
Mi astengo oggi dalla bolgia dei partiti , ma sostengo da sempre il dialogo democratico attraverso il fare...Cultura, poichè cio' mi appartiene per il percorso che ho fatto e continuo a fare: il conformismo esiste eccome e le scelte sulla cultura in particolare sull'Arte, è un vecchio problema che emerge a singhiozzo, si costruiscono miti intorno al vuoto....il dialogo è inesistente perchè anche nel "fare cultura" c'è la spartizione cieca e sorda beota di cio' che fà comodo a questo sistema.....che ovviamente è in decadenza per una mancanza di evoluzione...altro che congressi, candidature ed altro sciarpame ormai finito...siamo cresciuti, siamo adulti, siamo liberi di pensare ed esternare democraticamente ...per dirla con [Jean Cocteau]… Il dramma della nostra epoca è che la stupidità si è messa a pensare.
(Franco Sumberaz)
 
 

IL QUINTOMORO
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