Franco Sumberaz...
l'Energia che muove l'Arte
Livorno, 7 settembre 2012 - - Incontro con Franco Sumberaz di Fabio Marcaccini
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Quattro Opere sulla Divina Commedia
- Canto XXV
INFERNO
L’ultimo viaggio
di Ulisse e i suoi compagni.
Vogliamo farci capire da tutti: parlare con Sumberaz è come parlare di calcio con intenditori di serie A. Squadre da Champions League, per intenderci. Europa League, se dalla cernita vogliamo proprio togliere i Gotha - ahimè - del passato che fu.
Parlare di Sumberaz significa distinguere tra il dna del pittore e l'artista. E se per qualcuno la differenza è impercettibile, ci spieghiamo meglio, per distinguere e capire.
Il pittore ha un grandissimo dono di natura: le mani e, estremità di queste, il pennello, che si muove deciso e saggio, per dar vita a contorni che, nella loro pienezza, ritraggono il visibile di tutti, forse ancor meglio di come spesso la natura crea. E' così, forse, che con l'arte innata, la natura morta prende vita.
Poi accade, però, e non altrettanto spesso se pur nella rarità, che l'incontro tra l'Uomo e la tela viva solo di emozioni. Già, le stesse emozioni che provocano incontrollabili sensazioni: la pelle che si accappona, i brividi che si muovono lungo la schiena facendosi cullare da note mai scritte o ascoltate. Eppoi accade che, come sotto effetto di distogeni, come per grazia ricevuta, una lunga scarica di flash ti prenda e, con essa, prenda forma e vita anche sulla tela. Dal nulla, l'opera ha avuto origine. A quel punto tu che ammiri, godi immensamente di tutto ciò, di fronte all'imponderabile che ha preso forma e colore, odore e sapore.
Franco Sumberaz la definisce, semplicemente... "Energia". Ma lui è Maestro dell'Arte. Per noi semplici, poveri profani... sono solo pennellate di emozioni: le sue, quindi, inimitabili.
Chiedo al Maestro cosa muova la sua mano su quella tela bianca. Qualcosa di studiato prima, forse?
"No"
- risponde lui, quasi candidamente. "Semplicemente il bisogno di esternare in maniera creativa, l'emozione che esplode da dentro uguale almeno quanto la rabbia che si prova strappando una tela non in sintonia tra il proprio cuore e la mente".
"Tutto chiaro Maestro. Basta così". Io, di fronte alle sue opere, resto attonito, calciofilo dei tanti, selezionatore della nazionale di ogni trofeo sportivo che verrà. Lei, invece è... solo un Artista.
 
 

IL QUINTOMORO
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